Cerchiamo di spiegare quando e come si deve presentare una querela.
Vi sono dei reati per cui l’ordinamento giuridico prevede, come conditio sine qua non per la loro procedibilità, la presentazione da parte della persona offesa della querela.
In tutti questi casi (come la truffa, lo stalking, la diffamazione, ecc.) l’autorità giudiziaria non può intervenire d’ufficio, ma per far sì che si metta in moto la macchina della giustizia, il cittadino deve necessariamente attivarsi in prima persona presentando querela.
Si tratta di tutti quei casi in cui viene leso un interesse personale e l’interesse a vedere punito il responsabile di quel delitto è in capo alla persona offesa.
La querela può essere presentata personalmente o con l’assistenza di un difensore e deve essere presentata obbligatoriamente per iscritto.
Il termine perentorio per presentare una querela è quello di 3 mesi (e non 90 giorni) art.124 C.P., dalla data in cui è stato commesso il reato o da quando si è venuti a conoscenza dello stesso.
Vi sono alcuni casi particolari, per alcuni reati di maggior impatto sociale, per cui il termine di presentazione della querela è portato a 6 mesi, come nel caso dello stalking art.612 bis C.P. o per i reati di violenza sessuale a 12 mesi.
Di norma colui che presenta una querela può anche decidere di rimetterla, qualora non fosse più interessato al procedimento penale, poiché per esempio risarcito dall’imputato; perché si possa rimettere la querela è anche necessario che il soggetto querelato accetti la remissione, in caso contrario il procedimento penale continuerà il suo corso.
Non per tutti i reati è possibile procedere ad una remissione di querela, nel caso della violenza sessuale per esempio art.609 bis C.P., il Legislatore ha stabilito l’irrevocabilità della querela, proprio per la gravità del reato in questione e le conseguenze sociali che lo stesso comporta, concedendo però alla vittima di abuso un termine molto più lungo del normale, per dargli la possibilità di ponderare la meglio la propria scelta.