Si fa un gran parlare in questi giorni del vaccino anti-COVID e l’obbligo di vaccinarsi, proprio a ridosso del rilascio anche in Italia delle prime dosi da parti di Pfizer.
Già nella prima ondata di marzo molti tra politici ed intellettuali si sono divisi tra no-vax e chi invece è favorevole al vaccino.
Nelle ultime ore si sono susseguiti appelli di capi di stato e personaggi famosi che si sono messi a disposizione per farsi vaccinare in diretta televisiva, proprio per dare il buon esempio.
Dal punto di vista giuridico può il governo in Italia obbligare i propri cittadini a vaccinarsi? Questa è la domanda che in molti si stanno facendo.
La nostra Costituzione all’art.32 prevede che “…nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
Quindi perché ci possa essere imposto un obbligo al vaccino anti-covid da parte del governo, intanto, è necessario che venga approvato con una legge in parlamento.
L’art.32 della Costituzione infatti venne elaborato in una fase storica del paese particolare, visto che si usciva dalla seconda guerra mondiale.
L’obbligo di vaccinarsi fino al 1999 riguardava solo 4 tipologie di vaccino che se non eseguite comportavano sanzioni pecuniarie, fino al rifiuto dell’iscrizione scolastica.
Negli anni successivi la legislazione in tema di vaccinazione è piano piano scemata perché a livello sanitario si sono raggiunti risultati molto importanti che hanno attenuato la percezione del rischio nella popolazione.
La legislazione sui vaccini muta poi nel 2017 con il governo Gentiloni, allorquando ci si accorge che il ricorso alla vaccinazione da parte della popolazione italiana stava scemando, per ignoranza e per mancanza di consapevolezza e si decise da parte di quel governo aumentare il numero delle vaccinazioni obbligatorie con un decreto legge il n.73 del 07 giugno 2017, poi convertito in legge, con l’introduzione di nuove sanzioni pecuniarie per chi decide di non vaccinarsi.
Sull’argomento si è pronunciata la Corte Costituzionale che con la sentenza n.268 del 2017 ha stabilito dei risarcimenti per chi avesse patito sintomi collaterali a seguito dell’obbligo di vaccinazione. Successivamente con una nuova sentenza nel 2018 la Consulta ha poi stabilito che “le competenze fondamentali sul tema delle vaccinazioni sono solo quelle dello Stato, non ci possono essere deleghe alle Regioni. Di fronte alla salute pubblica, per la pluralità di interessi in considerazione, la responsabilità di fondo deve essere unitaria e perciò dello Stato”.
Alla luce di queste decisioni l’obbligatorietà della vaccinazione da COVID-19 potrò essere sancita dal governo Conte solo con una legge e non un DCPM, una legge che passi il vaglio del parlamento senza escamotage o scorciatoie.