Poiché all’epoca della preparazione del codice penale non poteva prevedersi una norma che comprendesse la situazione di pandemia che oggi si è venuta a generare, bisogna riferirsi a quanto il Legislatore ha predisposto con l’art.650 C.P..
Tale articolo – che è il primo contenuto nel libro delle contravvenzioni –prevede o l’arresto fino a 3 mesi, o in alternativa l’ammenda fino a 206 €.
Il Governo con le misure introdotte con i vari D.C.P.M. ha imposto a tutti i cittadini che vogliono uscire di casa, la compilazione di una autocertificazione, in cui si evidenzino dettagliatamente i motivi dell'allontanamento dalla propria abitazione.
Questo viene vissuto naturalmente dalla singola persona come una limitazione della propria libertà personale.
Coronavirus, quando è possibile uscire di casa
Se il cittadino viene denunziato per aver violato le disposizioni contenute nel D.P.C.M. del 23/02/2020 n.6 e successive modificazioni, tale rapporto sarà consegnato alla magistratura, la quale emetterà un decreto penale di condanna, o addirittura potrebbe chiedere il processo.
Contro il decreto penale di condanna è possibile fare opposizione chiedendo di potersi difendere in giudizio.
Altra soluzione, la più sbrigativa, è quale di poter chiedere con l’ausilio di un avvocato di essere ammesso ad un’oblazione pecuniaria pare a 103 €, con la quale si estinguerebbe la pena ed il reato, trasformando l’episodio in una sanzione amministrativa.
In tal modo, oltre a non celebrarsi più il processo penale, non rimarrebbe alcuna traccia della denuncia nei certificati penali. Per ulteriori informazioni i professionisti dello studio legale sono a vostra disposizione anche in questi giorni di emergenza.