Il Consiglio dei ministri nell’adunata del 4 novembre 2021 ha dato il via libera al decreto legislativo sulla presunzione d’innocenza, che si trova ora alla firma del Capo dello Stato.
Ci si è così conformati finalmente alle direttive impartite dal Consiglio Ue, evitando una procedura d’infrazione che avrebbe comportato non pochi problemi per il nostro paese.
Quello che lascia perplessi è il fatto che la “presunzione d’innocenza” è già prevista nel nostro ordinamento e viene tutelata dall’art.27 Cost., anche se in concreto fin troppe volte, pur di correre dietro al sensazionalismo che può derivare dalla pubblicazione di alcune notizie sui giornali, si sono sbattuti “in prima pagina” personaggi più o meno famosi, inconsapevoli del danno che poteva essere loro arrecato.
Il decreto che è stato appena approvato in Consiglio dovrebbe prevedere nuovi limiti invalicabili per la tutela ed il rispetto della presunzione d’innocenza, essendo stato introdotto un diritto di rettifica che spetta all’indagato, nel caso in cui il magistrato violi tali limiti.
Quando le violazioni riguardino atti ufficiali del giudice è addirittura possibile chiedere una “correzione”, su cui decide lo stesso ufficio nel giro di 48 ore.
Il decreto dovrebbe regolare anche i rapporti tra l’ufficio di Procura ed il mondo dell’informazione, che potranno avvenire solo attraverso comunicati ufficiali, potendosi indire conferenze stampa solo per casi di particolare rilevanza pubblica. Sarà fatto obbligo ai magistrati di chiarire i motivi per cui vengono convocati i media e definire senza ambiguità quale sia lo stato del procedimento e non equivocare sulla presunta “colpevolezza”, esplicitando come la stessa potrà essere affermata solo nel corso del processo.
Chissà se di questo passo verranno rispolverate anche quelle norme disciplinari che sanzionano i magistrati qualora si lascino andare a dichiarazioni o interviste che riguardino soggetti coinvolti in un procedimento penale e lesive del diritto di immagine e alla privacy.