La battaglia per una vera riforma della giustizia è appena iniziata ed il percorso sarà lungo e costellato di ostacoli.
Non illudiamoci che la riforma #Cartabia abbia risolto i problemi atavici che attanagliano da decenni la giustizia italiana.
Una settimana fa il Governo ha introdotto una nuova legge per ribadire il principio già sancito dalla nostra Costituzione della “presunzione d’innocenza” e subito è ripartito il mainstream giustizialista che grida allo scandalo.
Si parla di bavaglio ai pm, per il semplice fatto che si è voluto regolamentare il ricorso delle varie procure ai mass media, limitando l’utilizzo delle conferenze stampa, solo ai casi di maggiore interesse nazionale.
La riforma
Si è soprattutto eliminato il malcostume invalso da svariati anni, di assegnare alle indagini denominazioni lesive della “presunzione d’innocenza” ed i suggestivi nomignoli che accompagnavano le inchieste più importanti, costruendo in questo modo una vera e propria gogna mediatica che faceva apparire l’imputato come già colpevole.
Ma la questione più importante che bisogna affrontare è la costante fuoriuscita di notizie dagli uffici delle procure, che vanno a finire direttamente sulle prime pagine dei quotidiani nazionali.
Una diffusione di atti investigativi coperti da segreto che vengono pubblicati con il solo intento di dare in pasto all’opinione pubblica il colpevole, prima che venga celebrato il processo, il cui esito poi non interesserà più a nessuno.
Non ultimo il caso di questi giorni che ha riguardato il senatore di #ItaliaViva #Renzi, che proprio in questi giorni si è visto pubblicare i propri estratti di conto corrente sulle pagine dei più importanti giornali nazionali, con l’intento di screditare l’uomo politico e paventare la possibilità di un’imputazione per chi sa quale reato di riciclaggio: il gioco è fatto!
Altro che "bavaglio ai pm", con sommo dispiacere di #Travaglio &Co. potremmo finalmente dire addio a “#MafiaCapitale” ed alla “Caserma dell’orrore” ed ai processi sommari celebrati, non nelle aule di giustizia, ma in televisione o sui giornali?