È stato approvato in commissione bilancio all’unanimità un emendamento che prevedrà la possibilità per lo Stato di risarcire gli imputati che dovessero essere assolti con formula piena: lo Stato rimborserà le spese legali agli imputati assolti.
Che il disegno di legge sia stato approvato all’unanimità, sia dalle forze di maggioranza che di opposizione, impone necessariamente delle riflessioni.
La misura è stata introdotta per risarcire l’imputato, che dopo il processo venga assolto con formula piena ai sensi dell’art.530 1 comma C.P., di tutte le spese legali sostenute nel corso del procedimento penale.
La prima riflessione è che il parlamento ha voluto introdurre una norma per risarcire il cittadino che deve subire spesso e volentieri un processo per anni, prima di vedere affermata la propria estraneità ai fatti contestati. A mia opinione questa è una resa incondizionata dello Stato che non riesce a riformare l’attuale sistema processuale in senso garantista e si rende conto che non è giusto lasciare sotto la “spada di Damocle” del processo penale il cittadino per anni, sottoponendolo ad un iter lunghissimo e sicuramente economicamente dispendioso, per vedere affermati i suoi diritti davanti alla legge. È un’ammissione di incapacità, quella che il parlamento ha dovuto fare, un’ammissione di impotenza di fronte ad un sistema che a volte la vita di molte persone viene rovinata irrimediabilmente e quindi si prevedono degli strumenti di risarcimento economico.
A fronte di questa presa di coscienza da parte del parlamento italiano, una riflessione va fatta sulla riforma della prescrizione voluta dal ministro Bonafede ed entrata in vigore il 1 gennaio 2019.
Con il blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado infatti ci troveremo a breve, difronte ad una serie di processi che dureranno anni, non essendoci più l’esigenza di procedere in tempi ragionevoli a processare una persona, con la conseguenza che per il cittadino ci vorranno molti anni prima di vedere affermata la sua innocenza, che nel frattempo rimarrà invischiato nel tritacarne giudiziario.